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Alla scoperta delle incisioni rupestri del Finale

Anche se l’estate è la nostra stagione preferita, diamo volentieri il benvenuto all’autunno! Finalmente troveremo spazio per le varie attività che, grazie al clima più fresco, è possibile svolgere in questo periodo dell’anno.

Se per la raccolta dei funghi è forse ancora presto, possiamo pur sempre sgranchirci le gambe con una bella passeggiata. Nei dintorni di Loano c’è l’imbarazzo della scelta, tra boschi per le escursioni e il trekking di qualsiasi livello.

Oggi, però, vogliamo proporvi un percorso insolito: un viaggio tra i boschi di Finale Ligure, alla scoperta di alcune misteriose incisioni sulla roccia. Stiamo parlando dei Ciappi delle Conche e dei Ceci, nei sentieri boschivi della frazione di Orco Feglino. Qui, tra palestre di rocce e paesaggi spettacolari, è possibile imbattersi nell’arte rupestre del Finalese, tra le più suggestive d’Europa!

Le incisioni rupestri del Finalese

Gli studiosi sono concordi: la civiltà umana è nata nel momento in cui donne e uomini del passato hanno iniziato ad elaborare dei concetti che spiegassero il senso della vita. Sembra quasi di sentirli, i nostri antenati, chiedersi: “che ruolo hanno il sole, la luna e le stelle nel ciclo delle stagioni, o sugli eventi della nostra vita? La nostra anima sopravvive alla morte fisica?”.

Del resto, sono domande ancora attuali, e questo non fa che renderci più vicini a quelle civiltà così lontane nel tempo. Ciò che ci rimane, però, sono spesso solo immagini, incisioni su roccia che, a distanza di migliaia di anni, non sappiamo ancora decifrare.

È certo, però, che i nostri antenati avessero un sistema di valori complesso, che li guidava in tutti i momenti della loro vita.

Le testimonianze preistoriche nel Finalese

Per gli studiosi il territorio di Finale Ligure è, dal punto di vista geologico, una miniera di informazioni. Le caratteristiche delle rocce di quest’area, infatti, hanno facilitato la creazione di cavità naturali, frequentate abitualmente dalle popolazioni preistoriche. Sappiamo dell’esistenza dell’Homo Erectus e dell’Homo Neanderthalensis in Liguria proprio dai rinvenimenti avvenuti nelle grotte del Finalese. Si tratta soprattutto di sepolture i cui corredi funerari (resti di cibo, utensili, gioielli e ocra rossa) ci fanno pensare all’idea che credessero nella vita dopo la morte.

Anche l’Homo Sapiens si occupava di questioni spirituali. Ce lo dimostra la tomba del “Giovane Principe”, rinvenuta nella grotta delle Arene Candide.

Il Ciappo delle Conche e dei Ceci

Arrivati alla frazione di Orco Feglino si prosegue dritti fino a un bivio, sulla sinistra, che sale in direzione Monte Cucco. Qui si trova il cartello del ristorante “La sosta”. Si va ancora dritti per circa due chilometri, fino ad arrivare ai piedi di un casermone, preceduto da una rampa in cemento. A questo punto si lascia la macchina per continuare a piedi, seguendo il secondo sentiero nel bosco sulla destra, contrassegnato dal quadratino rosso. Il percorso è abbastanza semplice, con possibilità di fare delle soste per ammirare il bellissimo paesaggio. Quest’area è, infatti, il paradiso dei climbers: le rocce di Finale si stagliano ripidissime, e non è raro incontrare alcuni sportivi temerari arrampicarsi su queste vette!

Si arriva alla meta quando la vegetazione si dirada e la strada si tramuta in roccia: qui si trovano i Ciappi, ovvero delle lastre di pietra calcarea (la cosiddetta pietra di Finale) su cui sono incisi degli strani disegni.

Il significato delle incisioni sulla roccia del Finalese

Vasche, canalette e coppelle. Chi ha dimestichezza con l’arte preistorica sa che la loro funzione era probabilmente legata alla raccolta delle acque e al contenimento di olii e altri elementi organici, utili per eventuali riti sacri. Sono notevoli anche le incisioni antropomorfe, i rettangoli e un asterisco, che richiama a culti solari. Vi sono però anche altri motivi di epoca storica, come il noto “trenino” e alcune “navi” (XVII e XVIII secolo).

I liguri preistorici, che si occupavano di agricoltura e pastorizia, si affidavano alle incisioni su roccia forse anche per descrivere i momenti del proprio lavoro, per rappresentare sommariamente i propri villaggi o le greggi. Ma, in realtà, non sapremo mai con precisione quale fosse il significato di questi disegni. Anche la loro datazione è complessa, e possiamo dedurla solo dal confronto con altre opere simili, diffuse nel resto d’Europa.

Ciò che ci resta sono alcune tracce misteriose, a pochi chilometri dal nostro villaggio a Loano, che ci testimoniano il passaggio di genti antiche, con sensibilità proprie e profonde che vale sicuramente la pena conoscere.

 

 

 

 

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