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A circa 30 km da Loano, in direzione Savona troviamo lungo la costa un paesino delizioso chiamato Bergeggi, e proprio di fronte si trova l’omonimo isolotto, protagonista di questo articolo.

L’isola di Bergeggi è un pezzo di terra calcarea situata di fronte a punta del Maiolo, cui forse una volta era legata.

L’isolotto ha una forma triangolare, si erge per 60 m e ospita una varietà interessante di flora terrestre e marina, con l’esclusiva su alcune specie in particolare, tanto che  nel 1985 è stata istituita la Riserva Naturale Regionale di Bergeggi. Tale atto ha voluto intenzionalmente mettere sotto tutela l’area, di grande importanza storica, naturalistica e archeologica. Infatti, la Riserva comprende un tratto di costa e grotte marine di interesse paleo-etnologico.

 

Un po’ di storia

In epoca romana venne eretto un torrione triangolare sulla cima dell’isola, che molto probabilmente veniva utilizzato come faro o avamposto per le segnalazioni da e per il porto di Vada Sabatia, l’odierna Vado Ligure, allora punto di riferimento fondamentale per i traffici marittimi e terrestri per quella porzione di Liguria.

Durante il medioevo, sopra la torre romana, in posizione centrale ne è stata costruita una di forma quadrata sulla quale non sono state rinvenute alcune tracce di apertura; ciò significa che l’accesso al torrione avveniva tramite scale interne o tramite corda.

Dal IV-V secolo d.C. le legioni romane abbandonarono l’isola che divenne rifugio monastico. Ciò è testimoniato dai resti di una chiesa paleocristiana nei pressi del rudere del torrione, verso la costa, e da un più ampio edificio romanico a due navate risalente al XI secolo; probabilmente l’impiego religioso non fu disgiunto da quello strategico militare, come dimostra la fortificazione di epoca medievale.

Il monastero a due absidi fu probabilmente fatto costruire dal Vescovo di Savona nel 992 e poi diretto dai monaci delle isole di Lérins fino al 1346. All’epoca l’isola attraversò una fase di prosperità e ricchezza a cui seguì un periodo di declino come dimostrano lo stato di abbandono e degrado in cui versavano gli edifici nel 1700.

Nel 1865 l’allora Vescovo la vendette al Conte Brassier de Sant Simon, ministro di Germania in Italia, che la fece diventare la sua residenza estiva. Passò poi in possesso di Leonardo Gastaldi e successivamente acquistata dall’avvocato Alessandro Albini. Costui fece eseguire numerosi lavori per rendere più agevole l’accesso alle torri e ai resti del monastero e della chiesa, ed inoltre commissionò la costruzione di un molo in corrispondenza dei resti di quello romano.

Tra i proprietari successivi citiamo il banchiere Serventi che fece erigere la piccola cappella, visibile da terra, dalla via Aurelia, e il signor Tizzoni che fece posizionare nella parte rivolta verso Noli un’opera in ferro battuto.

Al giorno d’oggi l’isola appartiene a privati.

La leggenda popolare

La leggenda narra che l’isola giunse nella posizione in cui si trova tutt’oggi navigando sull’acqua e portando con se’ “a bordo” Sant’Eugenio, vescovo di Cartagine e Vendemiale, scappati dalle persecuzioni dei vandali. Sant’ Eugenio rimase poi sull’isola fino alla morte, mentre Vendemiale andò in Corsica.

Il Santo rimase legato all’isola anche dopo la morte, infatti, sempre secondo i racconti popolari, le sue spoglie vennero trasportate a Noli, ma poi sparirono e ricomparvero, come per miracolo, sull’isolotto, per manifestare la volontà di non volersi separare da esso. Infatti, il monastero che venne costruito nel 992 venne a lui dedicato.

I resti del Santo rimasero sull’isola fino al 1252, quando vennero definitivamente traslate a Noli e custodite nella chiesa di San Paragorio.

Ogni anno, in occorrenza della festa di San Eugenio, il 12 luglio, si svolge una processione di barche che da Noli si dirigono sull’isola.

Cosa fare e cosa vedere all’isola di Bergeggi

Su quest’isola sono presenti grotte di grande interesse; la più importante in tutto il paese è la Grotta Marina, famosa per i suoi resti preistorici.

Vi è poi la grande  Grotta della Galleria del Treno dove è possibile fare un percorso attrezzato guidato e davvero adrenalinico.

Ci sono poi l’antro di Punta Predani e la Grotta delle Sirene.