Il basilico genovese DOP: profumo ligure
È uno dei simboli più riconoscibili della Liguria: il basilico genovese DOP. Le sue foglie profumate dominano le giornate estive e, inutile dirlo, costituiscono l’ingrediente principale del pesto, forse il souvenir gourmet più amato dai turisti. Ma sapreste riconoscere davvero il basilico genovese DOP? Non si tratta di una pianta comune, infatti, ma di una specie endemica particolarmente pregiata.
In questo articolo vi spieghiamo quali sono le sue caratteristiche e come riconoscerlo.
Il marchio DOP: cosa significa?
Questa preziosa piantina aromatica proveniente dall’India è diventata parte integrante della cucina tradizionale italiana. Anticamente il basilico veniva impiegato per creare profumi e per scopi curativi. Non è un caso che il suo nome significhi “regale” (dal greco “basilikon phyton”). Giunto in Italia, si diffuse un po’ovunque, arrivando naturalmente anche in Liguria.
Qui il basilico, vuoi per la conformazione geografica, vuoi per l’aria salmastra, pare abbia trovato il suo luogo ideale. Le analisi condotte sulla varietà del basilico genovese hanno infatti individuato nelle caratteristiche del territorio le condizioni che presiedono alle sue peculiarità aromatiche. Detto anche “di Prà”, dal quartiere genovese noto per la sua coltivazione, il basilico in Liguria è protetto dal marchio DOP che ne controlla ogni aspetto produttivo.
La Denominazione di Origine Protetta, infatti, esposta sui mazzetti di basilico ligure, ne attesta la provenienza e il rispetto di alcune specifiche condizioni di coltivazione. A garantire la qualità del prodotto sono chiamati due enti in particolare:
- Il Mipaaf (Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali)
- Il Consorzio di Tutela
Grazie al loro prezioso lavoro, i consumatori sanno di acquistare un prodotto locale di qualità, coltivato nel rispetto delle tradizioni e delle proprietà organolettiche.
Le caratteristiche del basilico genovese DOP
Non tutto il basilico ligure si fregia del prestigioso marchio DOP. Come mai? Esiste un disciplinare molto rigido che, oltre a stabilire le regole di coltivazione, ne descrive le caratteristiche. La specie Ocimum Basilicum L. di specie autoctone, infatti, ha un aspetto inconfondibile:
- Altezza medio-alta della pianta
- La foglia ha forma ellittica e bollosa
- Il fogliame ha una densità intermedia
- La superficie della foglia è piatta o convessa
- Il profumo è intenso ma senza aroma di menta
Insomma, una volta stabilite le sue proprietà, è impossibile non distinguere il basilico genovese DOP dal comune basilico!
Dove si coltiva il basilico genovese DOP?
Ma non è finita qui. Per potersi definire DOP, il basilico non deve essere prodotto necessariamente a Genova, ma su tutto il versante tirrenico. Questo per un motivo storico ben preciso. Introdotto dai Romani, il basilico si diffuse dal territorio di Genova in tutta l’area marittima della Liguria. La coltivazione che avviene in questa parte della regione, infatti, conferisce alla pianta profumi inconfondibili. Inoltre, la semina deve attuarsi sul terreno naturale (in serra o in campo aperto) e seguendo i metodi tradizionali.
Dove si acquista il basilico genovese DOP e come riconoscerlo
Il basilico genovese DOP si riconosce perché i suoi mazzetti sono avvolti in carta speciale. Sopra vi è il logo formato da un cerchio verde su cui campeggia la scritta “Basilico Genovese Dop”, in blu su fondo bianco. La figura stilizzata della Liguria e una piantina di basilico concludono poi il logo.
Potete acquistare i mazzetti di basilico genovese DOP direttamente dal produttore, oppure nei maggiori supermercati o mercati settimanali della regione.
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